Paolo Zellini: La dittatura del calcolo
Una discussione critica
DOI:
https://doi.org/10.57610/cs.v4i8.175Parole chiave:
algorithms, infinite, ontology, consciousnessAbstract
Paolo Zellini, a mathematician by profession, supports the thesis of a domination of algorithms in contemporary society. The reasons for this domination – an authentic dictatorship – are to be traced not so much, or not only, in the usefulness that these calculation procedures offer but, above all, in the connection that exists a) with the foundational research in mathematics developed at the turn of the nineteenth and of the twentieth century and b) with the symbolic meanings that numbers and algorithms have had in the ancient philosophical and wisdom traditions. In this paper we try to show that the arguments proposed by Zellini are not effective. For two reasons: a) the attempt to identify in the work of the mathematician Richard Dedekind the development of an algorithmic procedure capable of capturing the actual infinite is not convincing and b) the ontology of algorithms proposed by Zellini is not convincing because it does not takes into account the theoretical results achieved by John Searle’s social ontology and Robert Brandom’s post-Wittgensteinian and post-Sellarsian inferentialist pragmatism.
Paolo Zellini, matematico di professione, sostiene la tesi di un dominio degli algoritmi nella società contemporanea. Le motivazioni di questo dominio – una autentica dittatura – sono da rintracciare non tanto, o non soltanto, nell’utilità che tali procedure di calcolo offrono quanto, soprattutto, nella connessione che sussiste a) con le ricerche fondazionali in matematica sviluppatesi a cavallo del XIX e del XX secolo e b) con i significati simbolici che numeri e algoritmi hanno avuto nelle antiche tradizioni filosofiche e sapienziali. In questo scritto si cerca di far vedere che gli argomenti proposti da Zellini non sono efficaci. Per due ordini di ragioni: a) non convince il tentativo di individuare nell’opera del matematico Richard Dedekind la messa a punto di una procedura algoritmica capace di catturare l’infinito attuale e b) non convince l’ontologia degli algoritmi proposta da Zellini, perché non tiene conto dei risultati teoretici raggiunti dall’ontologia sociale di John Searle e dal pragmatismo inferenzialista post-wittgensteiniano e post-sellarsiano di Robert Brandom.
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